PAGINE DI STORIA VISSUTA E SENTITA
Esperienza di prima accoglienza in Lettonia
Mi chiamo Linda e sono lettone. Abito in un piccolo paesino chiamato Kandava e lavoro come progettista nel comune della città di Tukums. Dopo l’inizio della guerra tanti dei cittadini ucraini hanno cominciato a cercare rifugio in altri paesi e tanti di loro hanno scelto la Lettonia. Tanti hanno scelto la regione di Tukums perché è gemellata con la città ucraina Izium. Per questo motivo la città necessitava un rappresentante comunale per prendersi la responsabilità del collocamento di queste nuove persone nel nostro territorio. Questa responsabilità è stata assegnata a me e quindi, da allora, sono la coordinatrice dei rifugiati ucraini nella nostra città.
I rifugiati ucraini possono avere aiuti dal comune della città di Tukums. Per poter aiutare i rifugiati ucraini, si sono messi in gioco tanti volontari che ci aiutano con le abitazioni e altre difficoltà che si risolvono solo ed esclusivamente con il loro aiuto. Nella città abbiamo creato il centro ucraino dove i cittadini ucraini possono chiedere ed ottenere l’aiuto di ciò che necessitano. Per poter aiutarli si sono attivate varie organizzazioni di volontariato come la CROCE ROSSA LETTONE che offre loro un aiuto sociale. L’organizzazione “PALIDZESIM VIENS OTRAM” offre degli aiuti materiali come vestiario, alimentari e altri beni che possono servire a chi scappa dalla guerra. Certamente c’è il dipartimento sociale comunale che si occupa dei sussidi e delle questioni burocratiche.
La mia professione legata all’ambito della progettazione mi ha insegnato ad essere sicura di me stessa anche nelle situazioni di stress, perciò, per esempio, quando dovevamo e tutt’ora dobbiamo trovare una sistemazione abitativa per le persone che stanno arrivando, tento di non “sottomettermi” allo stress, piuttosto mi organizzo e coordino tutto con determinazione per risolver il problema. Per poter svolgere al meglio questo lavoro ho capito che servono ottime capacità comunicative per far si che si possano organizzare e coordinare tante persone.
Certamente dovevo rinfrescare le conoscenze di lingua inglese e russa per poter comunicare con i cittadini ucraini. Da questo punto di vista per me è stato difficile perché la mia conoscenza dell’inglese era migliore di quella del russo. Ma, nonostante le difficoltà, secondo me l’importante è avere il desiderio di aiutare e aiutare costantemente. Non dobbiamo sempre pensare che non possiamo aiutare chi è in difficoltà e che gli altri possano aiutate meglio di noi. Questa non è una situazione in cui i problemi si risolvono da soli.
Spesso mi sono sentita incapace di aiutare tutti, perché è impossibile. Per i cittadini ucraini che sono arrivati fin da me ho fatto tutto il possibile con le mie forze e capacità, mettendo la passione e il cuore. Indubbiamente la maggior parte avevano il desiderio di abitare in città, ma le abitazioni in centro città che avevamo a disposizione purtroppo erano poche e per questo li abbiamo ospitati in tutta la regione e non solo in città. Se devo parlare di questa guerra in generale mi sento piccola e inutile perché non posso cambiare questa situazione assurda dove soffrono tante persone.
Credo che, in un certo senso, tutti noi siamo toccati da questa guerra.
Ci sono state varie situazioni: ho aiutato queste persone in tutti i modi che potevo e le persone mi hanno sempre ringraziata con tutto il cuore, semplicemente perché le hai aiutate e non ti sei girato dall’altra parte a far finta di non vedere il disagio che stanno vivendo. Ricorderò questo periodo come dinamico e molto emozionante, ma anche come un periodo estenuante – sia a livello fisico che emozionale.
Traduzione dalla lingua lettone: Liga Obronova
Revisione del testo in lingua italiana: Michele Galvagno